Aiuto ai minori che vivono la malattia di un famigliare

Progetto finanziato dall’8 per mille della Chiesa Valdese

Aucc sostiene i minori. A loro infatti è rivolto il servizio assistenziale iniziato lo scorso aprile che mira a fornire ascolto e sostegno psicologico a bambini ed adolescenti inseriti in un contesto familiare caratterizzato dalla presenza della malattia oncologica. “Piccoli passi Umbria” è un progetto innovativo che nasce in collaborazione con la Semper Odv di Pesaro e Urbino ed è finanziato con i fondi derivanti dall’8 per mille della Chiesa Valdese. Il percorso terapeutico si rivolge a giovanissimi che vivono di riflesso, e la patiscono, la malattia oncologica di un genitore o di un famigliare in cura presso le strutture sanitarie delle regioni Umbria e Marche.

 

Come tutti i servizi attivati dall’Associazione umbra per la lotta contro il cancro – assistenza oncologica domiciliare, psico-oncologia, arti terapie integrate, musico-terapia, danza terapia, fisioterapia riabilitativa, riflessologia plantare, trasporto, assistenza amicale e counseling – anche quest’ultimo innovativo progetto ha la caratteristica di essere totalmente gratuito e prevede la durata temporale di due anni.

A beneficiarne 260 ragazzi e le loro famiglie: circa 60 l’anno per la regione Umbria e circa 70 per la regione Marche. Aucc e Semper Odv intendono con questo servizio far fronte alle richieste delle famiglie, provate dalla malattia, che sempre più numerose riscontrano difficoltà comunicative con i figli e i minori in generale: senso di solitudine e di perdita, angoscia, disturbi del sonno, atteggiamenti auto ed etero aggressivi, calo del rendimento scolastico, rifiuto silente del genitore malato, problemi di interazione con i pari e con gli insegnanti sono solo alcuni dei disagi che accomunano i giovanissimi coinvolti in ambito familiare dalla patologia oncologica.

Di elevato profilo professionale gli esperti psico-oncologi chiamati ad operare, formati e supervisionati dalle Associazioni in sinergia con i maggiori esperti nazionali. Gli incontri e le attività hanno luogo in ambito ambulatoriale, negli ambienti ospedalieri oppure a domicilio, ove necessario.

Per avere ulteriori informazioni su questo progetto-pilota che solo apparentemente coinvolge i giovani, ma interessa e supporta il nucleo familiare nella sua totalità, è possibile contattare la dottoressa Valentina Martini al 377 0259660.

Aucc Umbertide ricerca nuovi infermieri

Il comitato AUCC di Umbertide apre le porte a nuovi infermieri da inserire nello staff medico che garantisce assistenza domiciliare gratuita ai pazienti oncologici dell’Alta Valle del Tevere. Si vuole integrare l’equipe per rispondere con maggiore efficienza ai bisogni dei pazienti oncologici del territorio.

Massimo Billi, presidente AUCC Umbertide lancia un appello rivolto ai giovani e meno giovani “Le persone hanno bisogno di aiuto, aspettiamo le candidature per rispondere con efficacia ai bisogni del nostro territorio.” La figura professionale sarà inserita nello staff che percepisce regolare retribuzione dall’Associazione. Per presentare la propria candidatura è necessario inviare il proprio curriculum vitae e una lettera motivazionale all’indirizzo segreteria@aucc.org e comitatoumbertide@aucc.org avendo cura di scrivere nell’oggetto “Candidatura infermiere Umbertide”.

ASSISTENZA ONCOLOGICA DOMICILIARE

L’assistenza domiciliare consiste in percorsi assistenziali che vengono svolti all’interno del domicilio della persona. L’èquipe dell’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro è formata da medici, psicologi, infermieri, fisioterapisti, psichiatri e volontari.
Il team di specialisti opera in stretta collaborazione con l’assistito e la sua famiglia, con il Medico di Medicina Generale MMG e le ASL di appartenenza.
L’equipe medica AUCC pianifica le azioni necessarie a stabilizzare il quadro clinico, a ridurre e contenere il declino funzionale e a
migliorare la qualità della vita della persona ammalata e della sua famiglia.
Il percorso intende valorizzare le risorse, le capacità e l’individualità dell’assistito e della sua famiglia.
Un progetto personalizzato di cura, quello domiciliare, che privilegia il mantenimento delle relazioni e la partecipazione alle attività sociali della comunità di riferimento dell’assistito.
L’operatore AUCC, una volta entrato tra le mura domestiche dell’assistito, opera con delicatezza e riserbo. Entrando egli non vede la malattia ma la persona. Non vede un letto ma l’intimità di una vita. Un’assistenza gratuita, svolta con amore e professionalità.

Il messaggio degli psiconcologi Aucc

NOI CI SIAMO!

E’ il messaggio che gli psicologi AUCC lanciano ai pazienti oncologici e ai loro familiari

Il ridimensionamento della presenza degli operatori in ambito ospedaliero per evitare il propagarsi del virus Covid-19 rischia di provocare una percezione distorta da parte dei pazienti circa l’esistenza di servizi assistenziali garantiti dalle organizzazioni volontariato. Per questo motivo il team di psicologi dell’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro lancia un messaggio forte ai pazienti oncologici e ai loro familiari: “Noi ci siamo!”.

Attualmente il servizio di assistenza psiconcologica viene svolto sia da remoto che in presenza nel rispetto di tutte le norme anti-covid. Gli operatori AUCC sono presenti all’interno di molti ospedali della regione tra cui Perugia, Terni, Pantalla, Assisi, Spoleto, Castiglione del Lago.

Nella prima fase critica della pandemia ci siamo trovati ad indirizzare il sistema tecnologico a vantaggio del paziente. Gli smartphone sono diventati strumenti con cui interagire in modo attivo e da dover conoscere in modo approfondito quando rivolti all’interazione con pazienti ma anche con i colleghi – spiega il dottor Paolo Catanzaro, medico psichiatra responsabile dei servizi convenzionati di Psiconcologia AUCC/AOP-Asl 1 e 2 dell’Umbria.

L’equipe AUCC continua a garantire le psicoterapie individuali e di gruppo, adottando nuovi metodi di lavoro. “Riguardo alle psicoterapie di gruppo ad esempio spiega Paolo Catanzaro – per i pazienti che non possono tutelare la riservatezza nel giorno fissato per la psicoterapia si inviano verbalizzazioni scritte delle sedute. I pazienti assenti a loro volta rimandano un loro feedback scritto che gli psicoterapeuti riportano al gruppo. Alcune tecniche utilizzate prevedono il disegno (della malattia e della terapia), i pazienti inviano tramite e mail o whatsApp le foto dei disegni realizzati”.

Un lavoro che si sta portando avanti anche grazie ai tanti tirocinanti psicoterapeuti della Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica Esistenziale “Gaetano Benedetti” di Perugia e del corso di Laurea di Psicologia dell’Università di Perugia, che hanno continuato a svolgere il loro tirocinio obbligatorio da remoto, così come consentito dai regolamenti ministeriali.

Una clinica psiconcologica appropriata conclude Catanzaro – accompagna il paziente oncologico fin dall’inizio della diagnosi senza aspettare di intervenire per scompensi da ripresa di malattia o per scontri con sanitari o familiari o per crolli da fine vita”.

Con l’aiuto dello psiconcologo la persona può riprendere in mano la propria vita trovando un nuovo orientamento al proprio cammino, facendo in modo che le lacrime non rimangano dentro ma possano essere riversate sulla pianta della vita al fine di rinvigorirla.

Il supporto psiconcologico aiuta ad avere maggiori garanzie di guarigione. È stato appurato che il malato di cancro che gode di un supporto psicologico ha meno complicanze in seguito a interventi chirurgici e minori effetti collaterali da chemioterapia, radioterapia, immunoterapia e ormonoterapia. Riesce a superare meglio i sintomi depressivi innescando un atteggiamento più combattivo nei confronti della malattia. Tutto ciò determina una più completa adesione alle cure e un rafforzamento delle difese antiblastiche naturali.

Attualmente il team di psicologi AUCC sta offrendo assistenza psicologica anche agli operatori impegnati nei reparti Covid al fine di evitare il burnout ovvero la sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale che può manifestarsi in un contesto di forte stress e dolore cui sono esposti proprio gli operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid-19.

Per accedere al servizio è necessario contattare la segreteria AUCC al numero 075/5272647.

Proclamato il vincitore del premio Gianmichele Laccetti 2018

La vincitrice è Barbara Penzo dell’Università di Padova

Tra cinquanta tesi di Laurea giunte sul tavolo della commissione del Premio Laccetti, quella della dottoressa Barbara Penzo è stata giudicata la migliore.
Laureata in Medicina e Chirurgia, presso l’Università degli Studi di Padova con la votazione di 110/110 e lode, Barbara Penzo ha dichiarato di essere orgogliosa e fiera di aver ricevuto tale riconoscimento.

La commissione esaminatrice, costituita dal prof. Fausto Roila, prof. Giuseppe Servillo, dr.ssa Maria Agnese Della Fazia, dopo un attento esame dei curricula dei candidati e delle rispettive tesi di laurea presentate, tutte di notevole impatto scientifico, ha deliberato all’unanimità l’eccellente percorso condotto nella preparazione e stesura della Tesi di Laurea in quanto lo studio è stato ben progettato ed i risultati ottenuti sono di alto impatto scientifico.

Questa la motivazione della commissione esaminatrice.
“Una tesi innovativa con cui si propone di ridefinire la classificazione dell’epatocarcinoma monofocale al fine di identificare la strategia terapeutica ottimale anche sulla base del criterio dimensionale del tumore non sempre considerato nei sistemi di classificazione attualmente in uso. Per raggiungere tale obiettivo la dottoressa si è avvalsa di un’ampia casistica di epatocarcinomi monofocali tratta da un database italiano includente oltre 1600 pazienti.Il riconoscimento va per l’ulteriore dimostrazione dell’importanza di una medicina di precisione che definisce il profilo genetico di un tumore come elemento essenziale nella lotta al cancro di ogni singolo paziente oncologico“.

Da sinistra il Professor Giuseppe Servillo, la vincitrice del premio Laccetti Barbara Penzo, il professor Fausto Roila, il presidente Aucc Giuseppe Caforio


La cerimonia di consegna del Premio Gianmichele Laccetti si è svolta sabato 24 novembre 2018 alle ore 16.30 nella sala Trasimeno della sede centrale Unicredit di Perugia.
Presenti Fausto Roila, primario della Struttura Complessa di Oncologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia; Giuseppe Caforio, presidente Aucc onlus; Giuseppe Servillo, professore dell’Università di Perugia; Fabrizio Stracci, direttore del Registro Tumori Umbria; Luigi Giganti, Area Manager Unicredit; Leonardo Varasano, presidente Consiglio Comunale di Perugia.


Il professor Fabrizio Stracci, ha presentato una relazione dal titolo “Il controllo del cancro dove siamo e quali sono le prospettive”. “I tumori maligni sono in aumento – ha dichiarato Stracci – È necessario mettere insieme tutti i portatori di interesse del settore oncologico per sviluppare un piano di controllo dell’oncologia in Umbria”.

Il professor Fabrizio Stracci



Il Premio di Laurea Gianmichele Laccetti è stato istituito 23 anni fa dall’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro onlus. Si tratta di un prestigioso riconoscimento al merito e all’impegno di giovani studiosi.Il premio è dedicato a Gian Michele Laccetti originario di Termoli e studente in Geologia all’Università di Perugia, prematuramente scomparso a causa di un tumore nel 1994 all’età di 32 anni.

Il premio è riservato agli studenti delle Facoltà di Medicina e Chirurgia, Scienze Biologiche, Biotecnologie, Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (laurea specialistica di secondo livello) di tutte le Università Italiane che si laureano con una tesi in campo Oncologico, sia sperimentale in campo oncologico.
L’evento è patrocinato dalla Regione Umbria, dalla Provincia e dal Comune di Perugia e dall’Università degli studi di Perugia.

NUOVO APPARECCHIO DONATO DALL’AUCC

Nuovo apparecchio  donato dall’AUCC alla Oncologia Medica del S. Maria della Misericordia

La solidarietà  può avere la precedenza anche in attività ludiche. E’ il caso di alcuni sostenitori dell’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro onlus che venerdì 20 luglio hanno donato un monitor multiparametrico, che viene  utilizzato nella struttura di Oncologia Medica del S. Maria della Misericordia. Alla cerimonia hanno presenziato con  il direttore della struttura Dr. Fausto Roila, il personale sanitario e per l’AUCC  il  prof. Maurizio Tonato del Comitato Scientifico e consigliere del direttivo Paolo Biscottini. A ringraziare per la donazione,  e ricordare l’apporto dei volontari nella assidua assistenza amicale ai pazienti  della  associazione benemerita, è intervento anche il dg dell’Azienda Ospedaliera di Perugia Emilio Duca, il quale ha ricordato l’importanza della prevenzione  con appropriati stili di vita e della utilità degli screening. Quanto all’apparecchio, il dg Duca ne ha sottolineato l’utilità “perché garantisce sicurezza e qualità dell’assistenza”.

La donazione è il  frutto di una raccolta fondi realizzata in occasione di un torneo di burraco, organizzato dalle volontarie AUCC  Graziella Marianeschi e Umbretta Salucci per onorare la memoria di una loro cara amica, Letizia Miletti. “L’apparecchio è indispensabile  per  il monitoraggio delle  funzioni vitali del paziente in occasioni dei suoi trasferiti interni all’ospedale per esami strumentali  – ha sottolineato il Dr. Roila. Un monitor in grado di  verificare che  la saturazione di ossigeno nel sangue sia sempre a livelli adeguati”.

               

 

Consegnato il Premio Laccetti

Il prestigioso riconoscimento dell’AUCC ONLUS va al giovane assisano Damiano Scopetti! E’ umbro il vincitore del Premio di Laurea Gianmichele Laccetti 2017. La commissione esaminatrice, costituita dal Prof. Fausto Roila, dal Prof. Giuseppe Servillo, dalla Dr.ssa Rita Chiari e dalla Dr.ssa Maria Agnese Della Fazia, dopo un attento esame dei Curricula Studiorum dei sedici candidati e delle rispettive tesi di laurea presentate, tutte di notevole impatto scientifico, ha deciso di assegnare il “Premio di Laurea Gianmichele Laccetti 2017” alla tesi del Dr. Damiano Scopetti.

Il Dr. Damiano Scopetti si è laureato in Medicina e Chirurgia, presso l’Università degli Studi di Perugia con la Votazione di 110/110 e lode discutendo una tesi dal titolo “Analisi funzionale di HOPS nella proliferazione cellulare e nella crescita neoplastica”.

La Tesi ha come argomento lo studio del comportamento di HOPS, sia come molecola controllore del checkpoint del ciclo cellulare e sia come tumor suppressor gene, valutandone la capacità di indurre o reprimere la trasformazione neoplastica.

La commissione ha deliberato all’unanimità l’eccellente percorso condotto nella preparazione e stesura della Tesi di Laurea in quanto lo studio è stato ben progettato ed i risultati ottenuti sono di alto impatto scientifico.

Lo studio è stato affrontato attraverso un’ampia conoscenza della letteratura esistente in merito ed un ottimale utilizzo delle metodologie biomolecolari.

Nel suo insieme la Tesi del Dr. Scopetti offre una visione molto attuale delle potenzialità delle nuove biotecnologie. Il riconoscimento va per l’ulteriore dimostrazione dell’importanza di una medicina di precisione che definisce il profilo genetico di un tumore come elemento essenziale nella lotta al cancro di ogni singolo paziente oncologico.

Il pubblico, accorso numeroso all’evento, ha seguito con interesse sia la presentazione della tesi del giovane vincitore che la conferenza scientifica intitolata Il soppressore p53 localizza ai centrosomi: da un’osservazione inaspettata a un test diagnostico” della dottoressa Silvia Soddu del dipartimento di Ricerca Diagnostica avanzata ed innovazione tecnologica Istituto nazionale del cancro Regina Elena di Roma.

IL PREMIO DI LAUREA GIAN MICHELE LACCETTI

Il Premio di Laurea Gian Michele Laccetti, patrocinato dalla Regione Umbria, dalla Provincia e dal Comune di Perugia e dall’Università degli studi di Perugia, è stato istituito 22 anni fa dall’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro onlus. Si tratta di un prestigioso riconoscimento al merito e all’impegno di giovani studiosi.

Il premio è dedicato a Gian Michele Laccetti originario di Termoli e studente in Geologia all’Università di Perugia, prematuramente scomparso a causa di un tumore nel 1994 all’età di 32 anni. Il premio è riservato agli studenti delle Facoltà di Medicina e Chirurgia, Scienze Biologiche, Biotecnologie, Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (laurea specialistica di secondo livello) di tutte le Università Italiane che si laureano con una Tesi in campo Oncologico, sia sperimentale che clinico.

Intervista al Professore Pier Giuseppe Pelicci

Prof. Pier Giuseppe PelicciIl Professore Pier Giuseppe Pelicci, Co-direttore scientifico IEO e Direttore Scientifico Dipartimento di Oncologia Sperimentale IEO di Milano, è nato il 5 settembre 1956 a Semonte di Gubbio da Elda Matteucci e Flavio Pelicci. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Perugia nel 1981, si è specializzato in Biologia Molecolare presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Perugia. Dal 1981 al 1982 ha migliorato la sua preparazione in Francia e poi a New York fino al 1986. Dal 1986 al 1995 è stato direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare dell’Istituto di Clinica Medica presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Perugia. Dal 1996 è direttore del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia a Milano.

I suoi studi vertono essenzialmente sulla genesi delle leucemie e sulla traduzione dei segnali provenienti dal DNA. Il professor Pelicci spicca nelle cronache nazionali e internazionali per la scoperta del “gene” p66shc che prolunga la vita.

I ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, diretti dal prof. Pelicci  (in collaborazione con l’Università di Perugia e con lo Sloan Kattering Cancer Center di New York), hanno dimostrato l’esistenza del gene in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature”. Tale studio getta nuova luce sui processi degenerativi quali l’invecchiamento o il cancro e fa intravedere la possibilità di migliorare la qualità della vita senile, se non addirittura allungare l’esistenza umana.

Alla scoperta del gene P66, forse responsabile dell’invecchiamento, anche nella specie umana, si è giunti, come spesso succede in medicina, quasi per caso. Infatti l’equipe diretta dal professor Pelicci, durante una ricerca sul cancro che indagava su un gene che ha a che fare con la proliferazione cellulare, si è resa conto che questo gene, o meglio la sua assenza, fa vivere le cellule più a lungo. L’Aucc ha posto alcuni quesiti al professor Pier Giuseppe Pelicci con l’obiettivo di fare il punto sulla situazione attuale della Ricerca Scientifica.

A che punto siamo con la Ricerca in campo oncologico?

Il sequenziamento del genoma (avvenuto nel 2001) e dell’epigenoma (iniziato nel 2011) umano hanno aperto una nuova era della biomedicina che, a parere unanime, porterà a una rivoluzione epocale nella comprensione delle malattie umane e, conseguentemente, nella capacità di prevenirle e trattarle. L’elemento fondante è rappresentato dalla possibilità di decifrare le malattie sulla base di meccanismi causali genetici (analisi genomica) e ambientali (analisi epigenomica).

analisi-genomicaLa genomica fornisce quindi alla Medicina nuovi strumenti per la quantificazione del rischio genetico e ambientale di malattia. La disponibilità di strumenti di analisi quantitativa consente di trasferire la valutazione del rischio di malattia dalla popolazione all’individuo e la scelta del trattamento dalla malattia al malato (Medicina Personalizzata). Questi nuovi approcci stanno cambiando l’oncologia, sia per quanto riguarda la prevenzione che la cura dei tumori.

Il tumore, infatti, è una malattia che parte dai geni, nel senso che all’origine c’è un’alterazione, una modificazione di alcuni geni – spesso si tratta di decine di geni – che ha come risultato la produzione di proteine alterate, diverse da quelle normali presenti nelle cellule non-tumorali. Se identifichiamo i geni “danneggiati” di un tumore, e tra loro quelli che ne sono la causa, possiamo trovare una molecola (cosidetto farmaco molecolare) che li inibisca, eliminando quindi il tumore senza danneggiare i tessuti normali. I farmaci molecolari vanno quindi a colpire quei geni e proteine alterate allo scopo di distruggere la cellula cancerosa, senza interferire con le altre. I farmaci molecolari hanno cambiato la storia naturale di molti tumori.

Prendiamo come esempio i tumori del sangue, che sono stati da sempre un laboratorio d’innovazione per tutta l’oncologia. È nei tumori del sangue che sono stati sperimentati il primo trattamento di chemioterapia (1950), la prima polichemioterapia (1960), il primo trapianto di midollo (1970), i primi “farmaci molecolari” (fine anni 90). Con risultati clinici straordinari. Leucemie, linfomi e mielomi erano malattie invariabilmente fatali. A distanza di 50 anni, la maggior parte dei pazienti ha una sopravvivenza superiore a 5 anni e molti guariscono. Chemioterapia e farmaci molecolari sono usati anche per altri tipi di tumore, con risultati incoraggianti.

Qual è l’impatto della Ricerca di Base nelle cure mediche?

La ricerca fondamentale è alla base di qualsiasi avanzamento della medicina. E lo sarà in maniera sempre più diretta. La nuova medicina, infatti, è basata sulla conoscenza dei meccanismi di malattia, e quindi dipende continuamente dalla ricerca. Prendiamo per esempio la prevenzione. Sappiamo che esistono alcuni geni che predispongono ad ammalarsi di tumore. Due esempi: se una persona eredita da uno dei due genitori il gene MSH, avrà l’80% di probabilità di ammalarsi di tumore dell’intestino nel corso della propria vita; se una donna eredita il gene BRCA, avrà una probabilità di ammalarsi di tumore del seno del 90%. Quindi due diversi geni che predispongono a due diversi tipi di tumore. Ad oggi conosciamo 120 di questi geni, che, insieme, sono responsabili di non più del 10% di tutti i tumori. Ma quanti altri ne esistono? Abbiamo impiegato 50 anni ad identificarne 120, studiandone uno alla volta, tra i 25.000 che compongono il nostro DNA.

Da pochi anni è cambiato però radicalmente il modo con cui li cerchiamo. Oggi, infatti, possiamo studiare i 25.000 geni del DNA di ciascuna persona tutti contemporaneamente, in pochi giorni e a bassi costi: la cosidetta genomica. Solo nel 2013 ne sono stati scoperti 50.

GeneÈ possibile quindi che di geni che predispongono ai tumori ne esistano molte centinaia e che quindi per la maggior parte delle persone diventi possibile conoscere il rischio di ammalarsi di tumore sin dalla nascita. Ma la ricerca sta esplorando strade completamente nuove. Se la probabilità di ammalarsi di tumore è scritta nel nostro DNA, la domanda diventa: siamo schiavi del nostro DNA o siamo liberi di cambiare il nostro destino? Immaginiamo i geni del nostro DNA come contenitori di informazioni: 1 gene – 1 informazione. Quando un gene si attiva, l’informazione diventa una istruzione specifica per le cellule. Queste istruzioni, però, non sono leggi indiscutibili, esse sono profondamente modificabili dall’ambiente in cui viviamo: l’ambiente esterno (l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo), l’ambiente che vive dentro di noi (per esempio i batteri che colonizzano il nostro apparato digerente o respiratorio), oppure il cibo che mangiamo. Quindi l’ambiente modifica il nostro DNA, anche in maniera duratura. Fino a qualche anno fa non sapevamo come l’ambiente modificasse il DNA, una conoscenza questa indispensabile per modificare l’ambiente a nostro vantaggio. Da poco abbiamo scoperto che l’ambiente agisce su un involucro del DNA, che si chiama epigenoma. E abbiamo imparato a misurare gli effetti dell’ambiente sull’epigenoma (la cosidetta epigenomica). In linea di principio, quindi, possiamo cambiare il nostro genoma cambiando l’epigenoma. È partito un progetto mondiale per la sequenza dell’epigenoma (come 10 anni fa per il genoma). La prospettiva, che sta in parte già avvenendo, è di poter modificare l’epigenoma in due modi: agendo sull’ambiente, per esempio scegliendo cibi appropriati o modificando il tipo di batteri che ci popolano, oppure producendo farmaci in grado di modificare l’epigenoma.

Qual è il futuro del cancro?

I Farmaci Molecolari sono molto efficaci, hanno infatti aumentato significativamente la curabilità di molti tipi di tumore. Ma sono efficaci solo in quei tumori per i quali sono stati disegnati, perché ogni tipo di tumore, sfortunatamente, ha il suo gene alterato e quindi ha bisogno del suo particolare Farmaco Molecolare (cosiddette cure personalizzate). I farmaci molecolari contro il cancro sono meno di 50, curano non più del 10% di tutti i malati di tumore, e sono spesso usati insieme alla chemioterapia o alla radioterapia. Oggi le domande che si pongono gli scienziati sono molto ambiziose: possiamo puntare alla guarigione di tutti i pazienti, anche in quelle forme che purtroppo sono ancora poco sensibili alle attuali terapie? È possibile ottenere la guarigione senza chemioterapia ?

Anche se ambiziose, queste domande non sono fuori luogo. Un esempio: la Leucemia Acuta Promielocitica, una rara forma di leucemia mieloide. Tre tappe fondamentali:

1) 1973, il 20% dei pazienti guarisce grazie all’introduzione della chemioterapia;

2) 1993, il 90% dei pazienti guarisce grazie al primo farmaco molecolare (l’acido retinoico) in combinazione con la chemioterapia;

3) 2013, il 95% dei pazienti guarisce grazie all’acido retinoico in combinazione con un altro farmaco molecolare, l’arsenato, senza chemioterapia.

RicercatriceTutte ricerche italiane, per inciso. Qual è stato il segreto del successo? Nessun segreto. Gli scienziati hanno prima compreso quali fossero le cause della Leucemia Promielocitica (quali geni e quali proteine alterate) e poi hanno disegnato farmaci contro quelle proteine anomale (i farmaci molecolari). Perché non abbiamo una terapia curativa (magari senza chemioterapia) per tutti gli altri tumori del sangue? In realtà per alcuni l’abbiamo (la leucemia mieloide cronica, o alcuni tipi di linfoma), ma non per tutti.

Ogni tumore è una storia a sé. Ha le sue alterazioni genomiche e ha bisogno dei suoi farmaci. È una questione di tempo, il tempo necessario per cercare le combinazioni giuste. Ma non dobbiamo aspettare sessanta anni anche per ciascuno degli altri tumori del sangue, perché ora conosciamo la strada da percorrere. C’è bisogno, piuttosto, di una vera e propria task force, condivisa da tutti gli scienziati, per percorrere questa strada il più efficacemente e rapidamente possibile. La comunità scientifica si interroga sulle priorità della ricerca, quali la Genomica (come estendere l’analisi del genoma a tutti i pazienti, come meglio interpretare i dati per scegliere i farmaci giusti, come orientare la ricerca di nuovi farmaci), l’Epigenomica (come integrare genomica ed epigenomica, come identificare nuovi farmaci epigenomici), le nuove Terapie Immunologiche (quali anticorpi costruire, come armare i nostri linfociti contro i tumori), le Cellule Staminali (come coltivarle, come usarle nei trapianti). E quali siano le tecnologie più idonee o le infrastrutture che dobbiamo costruire per accelerare questo processo. Una vera e propria agenda per rendere prioritaria la ricerca, nella quale possano convergere scienziati, medici, agenzie, industria, politica e i pazienti stessi.

Qual è il valore aggiunto che può apportare alla Ricerca Scientifica un’organizzazione come quella dell’Aucc onlus?

Come accennato sopra, la storia naturale di alcuni tumori è profondamente cambiata negli ultimi anni grazie alle conoscenze biologico/molecolari acquisite e alla conseguente capacità di sviluppare terapie innovative. Ma la ricerca oncologica in Italia ha un continuo bisogno di fondi, i suoi processi richiedono infatti ricercatori qualificati, reagenti ed apparati costosi e complessi. Essa si avvale inoltre dell’esperienza acquisita nell’esercizio quotidiano della clinica oncologica. La pratica clinica ha però anch’essa necessità di un continuo supporto economico per sostenere l’uso di apparecchiature diagnostiche sofisticate, sia di laboratorio (si pensi agli screening genomici) che diagnostiche cliniche (si pensi all’imaging diagnostica).

L’impegno nella prevenzione dei tumori attraverso informazione e formazione, e la promozione di tecniche e metodi di trattamento dell’individuo nel suo insieme, sono oggi nostre priorità, assieme al sostegno del paziente e dei suoi familiari, sia durante il ricovero nei nostri ospedali che successivamente, al fine di promuovere la loro partecipazione al processo di cura e difenderne la qualità della vita.

Aucc onlusL’AUCC ci aiuta in tutti questi diversi aspetti, finanziando la ricerca scientifica sul cancro, offrendo assistenza gratuita alle persone colpite da tumore e alle loro famiglie, e promuovendo informazione e prevenzione. Quindi l’impatto dell’attività dell’AUCC è immenso, sia a livello di ricerca/sanitario che a livello individuale, e contribuisce a coprire un grande fabbisogno sia pratico che culturale in Italia.

Il ruolo dell’AUCC, come di altre onlus con simili obiettivi, è anche importantissimo perché favorisce il coinvolgimento del paziente nella gestione della sua malattia: la Medicina sta infatti vivendo una rivoluzione che sta progressivamente cambiando il modo in cui il paziente gestirà il proprio stato di salute, sia in termini di prevenzione che di cura delle malattie; ma anche il modo in cui la società garantirà la salute ai suoi cittadini.

Immaginiamo un futuro ove ogni cittadino avrà la possibilità di conoscere il proprio rischio di malattia e di compiere quindi delle scelte informate per preservare la propria salute.

Questo futuro potrà realizzarsi attraverso due possibili scenari. Nel primo, il cittadino acquisirà consapevolezza e diventerà il motore di una serie di scelte che lo porteranno a modificare i propri comportamenti e, più in generale, i comportamenti della società. Cioè la consapevolezza si trasformerà, nella sostanza, in partecipazione attiva.

Nel secondo, il cittadino diventerà un consumatore di test e di rimedi. Qui le scelte sono verosimilmente di chi produce i test o i rimedi e la consapevolezza si trasformerà in partecipazione passiva. Purtroppo si vedono già i primi segni di questo secondo scenario, con compagnie in Europa che vendono test genetici direttamente ai cittadini.

Fortunatamente associazioni come AUCC sono (e continueranno ad essere) in prima fila nell’empowerment del paziente e della società tutta attraverso la forza della conoscenza ma non dovrebbero essere lasciate sole.

CONFERENZA STAMPA

L’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro onlus e l’Associazione A.R.ONC. Amici della Radioterapia Oncologica onlus presentano in Conferenza Stampa i primi risultati del progetto di Musicoterapia attivo all’interno della Struttura Complessa di Radioterapia Oncologica dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

MARTEDÌ 21 GIUGNO 2016

ore 12

Sala Rita Levi Montalcini

Centro di Ricerca Emato-Oncologica (CREO)

Piazzale Giorgio Menghini nn.8/9 Perugia

Il progetto è attivo da circa un anno e si svolge all’interno del reparto di Radioterapia Oncologica diretto dalla Prof.ssa Cynthia Aristei. Un progetto innovativo nato grazie alla stretta collaborazione tra Azienda Ospedaliera di Perugia, Associazione A.R.ONC. Amici della Radioterapia Oncologica, Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro onlus e Università di Perugia.

Risultati raggiunti, obiettivi futuri, metodologia di lavoro, valenza terapeutica del progetto saranno oggetto della Conferenza Stampa. Saranno presentati i tirocinanti psicologi in formazione dell’Università di Perugia che stanno offrendo il loro prezioso contributo all’iniziativa: Andrea Alessandri, Riccardo Catanzaro, Tommaso Giannelli, Ilenia Murasecco, Giulia Onori, Giada Raspa, Giulia Sargentini, Gianmarco Ventura.

 

Interverranno:

Emilio Duca, Direttore Generale Azienda Ospedaliera di Perugia.

Cynthia Aristei, Direttore Struttura Complessa di Radioterapia Oncologica Azienda Ospedaliera Perugia.

Manlio Bartolini, Presidente Associazione A.R.ONC. Amici della Radioterapia Oncologica onlus.

Giuseppe Caforio, Presidente Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro onlus.

Paolo Catanzaro, Responsabile Servizio Convenzionato di Psiconcologia AUCC/AOP.

Giuliana Nataloni, Psichiatra e musicoterapeuta Servizio Convenzionato di Psiconologia AUCC/AOP

Elisabetta Sacchi, Psicologa Servizio Convenzionato di Psiconcologia AUCC/AOP.

Claudia Mazzeschi, Coordinatrice corso di Laurea Magistrale in Psicologia dell’Università di Perugia.

 

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